Il Caso Emili e le ingerenze politiche nel campo sanitario

26/11/2007

Il Caso Emili e le ingerenze politiche nel campo sanitario

Il problema della commistione tra politica e sanità che a San Benedetto del Tronto è stato sollevato da Alleanza Nazionale in relazione alla figura dell’ass. Emili, costituisce una tema di primaria importanza. Anche al di là dello specifico caso di incompatibilità che riguarda l’assessore ai servizi sociali del comune rivierasco
Le interferenze politiche nel campo sanitario, infatti, sono da tempo oggetto di fortissime censure, che tra l’altro non solo provengono solo da Destra. Ricordo ad esempio che i Senatori DS Salvi e Villone, nel loro volume dedicato ai “Costi della Democrazia”, dedicarono – ben prima della pubblicazione del libro “La Casta” – uno specifico capitolo proprio al tema dei “Primari con la tessera”. La lottizzazione degli incarichi sanitari da parte dei vari potentati locali ha generato un senso diffuso di repulsione. Tanto che il convincimento circa la necessità di cambiare registro radicalmente si sta diffondendo sotto ogni latitudine politica. Proprio per questo, qualche settimana fa ho cercato di accelerare l’iter di una proposta di legge giacente da tempo  nei cassetti della regione a firma del sottoscritto (Alleanza Nazionale) e del collega Marco Luchetti (Margherita) diretta proprio a modificare il procedimento per la nomina dei primari del Servizio Sanitario Regionale. Duplice l’obiettivo: ridurre la totale discrezionalità di cui godono i Direttori di Zona e contrastare il triste fenomeno della lottizzazione politica della salute pubblica.
Il risultato è stato che il consiglio regionale ha approvato la legge 6 novembre 2007 n. 15 che introduce elementi oggettivi di meritocrazia in uno dei settori più delicati della pubblica amministrazione.
Da ora la commissione medica non dovrà limitarsi a fornire un mero giudizio di idoneità all’incarico ma sarà chiamata ad enucleare una terna graduata dei migliori aspiranti. Tra questi, poi, il Direttore di Zona dovrà individuare il vincitore del concorso con un provvedimento rigorosamente motivato. Tutto questo, da poco meno di un mese, è  legge nelle Marche. Una legge, come si usa dire, “bipartisan”. A dimostrazione della consapevolezza, ormai diffusa, della sacrosanta necessità che  la politica faccia non uno, ma due passi indietro rispetto alle delicatissime questioni che riguardano la nostra salute.
Speriamo che anche a San Benedetto, il centro-sinistra voglia “arrendersi” a questa esigenza e riconoscere, dunque, alla categoria medica ed all’organizzazione sanitaria il diritto di recuperare autonomia e meritocrazia.

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